BABYTAM: un nuovo approccio al trattamento del tumore al seno non invasivo

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BabyTam- Prof-de-censi
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Il cancro al seno è la forma di tumore più comune tra le donne e rappresenta una delle principali cause di morte per tumore al mondo. Nonostante i progressi nella diagnosi e nel trattamento, il tasso di recidiva o la comparsa di un nuovo tumore all’altra mammella rappresentano un vero problema.

Uno studio italiano, pubblicato sul Journal of Clinical Oncology, mostra i risultati promettenti di un nuovo regime terapeutico, chiamato BABYTAM, per il trattamento del tumore al seno non invasivo. La terapia propone un approccio rivoluzionario, utilizzando basse dosi di tamoxifene per ridurre il rischio di recidiva e migliorare la qualità della vita delle pazienti.

Il ruolo del tamoxifene nella lotta contro il tumore al seno

Il tamoxifene è un farmaco antitumorale che agisce come un antagonista degli estrogeni, bloccando gli effetti degli estrogeni sul tessuto mammario e quindi riducendo la crescita delle cellule tumorali. Viene comunemente utilizzato come trattamento adiuvante per il tumore al seno ormono-sensibile, cioè quei tumori che crescono in presenza di ormoni femminili come gli estrogeni.

Nel tempo, il tamoxifene si è dimostrato efficace nella riduzione del rischio di recidiva del tumore al seno e nella prevenzione dello sviluppo di un tumore all’altra mammella. Tuttavia, la terapia standard con tamoxifene prevede l’assunzione di dosi elevate del farmaco (20 mg al giorno) per un periodo di 5 anni, provocando una serie di effetti collaterali che possono compromettere la qualità della vita delle pazienti.

Effetti collaterali del tamoxifene

Gli effetti collaterali del tamoxifene possono essere molto diversi tra le pazienti, ma tra i più comuni si includono:

  • Vampate di calore e sudorazione notturna
  • Nausea e vomito
  • Perdita di appetito
  • Stanchezza e debolezza
  • Mal di testa e capogiri
  • Aumento o diminuzione del peso corporeo

Oltre a questi effetti collaterali, il tamoxifene può comportare anche un aumento del rischio di sviluppare coaguli di sangue, che possono causare trombosi venosa profonda o embolia polmonare, e un leggero aumento del rischio di tumore all’utero. Per questo motivo, è fondamentale trovare un equilibrio tra l’efficacia del trattamento e la qualità della vita delle pazienti.

Lo studio BABYTAM: un nuovo regime terapeutico con basse dosi di tamoxifene

Lo studio BABYTAM, condotto dal professor Andrea De Censi e dal suo gruppo di ricerca, ha analizzato l’efficacia di un regime terapeutico con basse dosi di tamoxifene nel trattamento del tumore al seno non invasivo. L’obiettivo principale dello studio era di valutare la riduzione del rischio di recidiva del tumore e la comparsa di un nuovo tumore all’altra mammella, in un’ottica di miglioramento della qualità della vita delle pazienti.

Lo studio ha coinvolto 500 donne con tumore al seno in situ (DCIS), carcinoma lobulare in situ (LCIS) o atipia iperplastica, che sono state randomizzate a ricevere 5 mg di tamoxifene al giorno per tre anni o un placebo. I risultati dello studio hanno mostrato che l’utilizzo di basse dosi di tamoxifene ha ridotto il rischio di recidiva del tumore al seno non invasivo del 50% e la comparsa di un nuovo tumore all’altra mammella del 75%.

Questo approccio terapeutico, chiamato BABYTAM, ha dimostrato non solo un’efficacia simile alle terapie standard con dosi più elevate di tamoxifene, ma anche un profilo di tollerabilità migliore, con effetti collaterali meno frequenti e più accettabili per le pazienti.

Vantaggi del regime BABYTAM

L’utilizzo del regime BABYTAM presenta diversi vantaggi rispetto alla terapia standard con tamoxifene:

  1. Riduzione del rischio di recidiva del tumore al seno non invasivo e della comparsa di un nuovo tumore all’altra mammella, con risultati simili alle terapie standard con dosi più elevate
  2. Profilo di tollerabilità migliore, con effetti collaterali meno frequenti e meno gravi
  3. Durata del trattamento più breve, con un periodo di terapia di tre anni anziché cinque
  4. Potenziale applicazione nella prevenzione del tumore al seno in donne ad alto rischio

Futuro della terapia BABYTAM e possibili applicazioni nella prevenzione del tumore al seno

Il professor Andrea De Censi e il suo gruppo di ricerca stanno valutando l’impiego del regime BABYTAM per la prevenzione del tumore al seno in donne ad alto rischio, come quelle con mutazioni dei geni BRCA. Queste mutazioni genetiche sono associate ad un rischio significativamente più elevato di sviluppare tumori al seno e all’ovaio.

Se l’efficacia del regime BABYTAM verrà confermata anche in queste pazienti, potrebbe rappresentare un’opzione terapeutica rivoluzionaria, in grado di ridurre il rischio di tumore al seno e migliorare la qualità della vita delle donne ad alto rischio, senza compromettere la loro salute o esporle a effetti collaterali invalidanti.

Conclusione

Il regime terapeutico BABYTAM, che prevede l’utilizzo di basse dosi di tamoxifene per il trattamento del tumore al seno non invasivo, rappresenta una svolta nel campo della ricerca oncologica. Questo approccio rivoluzionario offre alle pazienti con tumore al seno una terapia efficace e più tollerabile, con una riduzione del rischio di recidiva e una migliore qualità della vita.

La ricerca sulla terapia BABYTAM è ancora in corso e potrebbe portare ad ulteriori scoperte ed applicazioni nella prevenzione del tumore al seno in donne ad alto rischio. In ogni caso, è fondamentale continuare ad investire nella ricerca e nello sviluppo di nuove terapie che possano migliorare la vita delle pazienti affette da tumore al seno e dare loro una speranza di guarigione e di una vita libera dalla malattia.

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