Bonus unico da 600 euro al mese a tutte le mamme con figli fino a 3 anni e Isee fino a 50 mila euro. Arriva la “Quota Mamma”. La novità

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Bonus unico da 600 euro al mese a tutte le mamme con figli fino a 3 anni e Isee fino a 50 mila euro. Arriva la “Quota Mamma”. La novità

Il governo pensa alla “Quota mamma” ossia ad uno “sconto” sull’età pensionabile per le mamme in base al numero di figli. Se una donna ha avuto due figli potrà andare in pensione due anni prima rispetto all’età minima prevista per legge. La proposta viene dalla vicepresidente della Camera, Mara Carfagna.

Aiuto alle mamme, I precedenti tentativi Di dare questo bonus

In realtà non si tratta di qualcosa di nuovo (vedi anche Pensioni anticipate per le mamme). Lo scorso anno, il governo giallo verde aveva avuto una simile intuizione, seppur limitata.

La proposta era stata della Lega, si era pensato di agevolare le lavoratrici mamme e farle andare in pensione con leggero anticipo rispetto all’età standard, in relazione al numero dei figli: valgono 4 mesi l’uno fino a un totale di 12 mesi.

Mentre il governo pensa al superamento di “quota 100”, arriva la proposta di Francesca Puglisi, sottosegretaria al ministero del lavoro e delle politiche sociali, del governo giallo-rosso: ossia una “quota 99”, con un bonus riservato alle madri che lavorano.

La riforma della senatrice prevede per le donne di andare in pensione a 64 anni di età e 38 anni di contributi, ai quali si aggiunge il bonus mamma, vale a dire un anno di contributi in più per ogni figlio.

FONTE

“Quota mamma”, la proposta della Carfagna per le mamme

Un’ipotesi che trova subito l’appoggio della vicepresidente della camera, Mara Carfagna. La proposta formulata da “Voce libera”, riguarda un piano d’azione per far crescere la presenza femminile nel lavoro, in politica e nella società, tutelare le mamme e contrastare la violenza. Tra i punti fermi: lo stipendio è uguale per tutti che prevede l’obbligo delle aziende a pubblicare i dati relativi alla parità retributiva ed alla percentuale di donne occupate per colmare il gap nei salari che è intorno al 20 per cento.

Sì al lavoro, sì alla maternità. Piuttosto che una serie di bonus meglio un contributo a tutte le lavoratrici dipendenti con Isee inferiore a 50mila euro, mamme di bambini sotto i 3 anni.

L’assegno potrà arrivare ad un massimo di 600 euro in modo da coprire le spese per asilo e baby sitter.

Previsti anche un rafforzamento del cosiddetto “Codice rosso”, con l’introduzione dell’arresto in flagranza per chi viola l’obbligo di allontanamento dalla casa familiare o per chi viola il divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa.

Sotto l’egida di «Una donna fa la differenza», un credito d’imposta per 3 anni alle imprese per ogni assunzione femminile a tempo indeterminato, «pari all’importo Irpef vigente su quel contratto d’assunzione».

E «Liberare il genio delle donne», ossia sostenere l’accesso delle donne alle cosiddette lauree Stem.

Anche i figli valgono per la pensione ovvero la cosiddetta Quota mamma, uno “sconto” sull’età pensionabile per le donne per ogni figlio.

Se una donna ha avuto due figli potrà andare in pensione due anni prima rispetto all’età minima prevista per legge. Così facendo, le donne che hanno avuto figli non risulterebbero penalizzate nel calcolo per l’uscita pensionistica anticipata.

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