Condannata a 10 anni per aver ucciso l’uomo che l’ha stuprata e ha minacciato sua figlia
Roxanne Eka Peters, 35, ha pugnalato a morte l’uomo che l’ha stuprata Grant Cassar, 51 anni, dopo che lui aveva minacciato di far del male a sua figlia, a meno che lei non avesse fatto nuovamente sesso con lui. In questi giorni è arrivata la sentenza che condanna la donna a 10 anni di carcere più 18 mesi per aver disposto del cadavere.
Minaccia di far del male alla figlia, lei lo uccide
Il tragico avvenimento è successo nel dicembre del 2015 a Capalaba, una città in Australia. Secondo quanto riportato dal DailyMail, Grant Cassar si sarebbe introdotto a casa di Roxanne Peters per cucinare della metanfetamina e poi avrebbe cominciato a rivolgere minacce alla figliadella donna, a meno che lei non avesse fatto nuovamente sesso con lui. Alcuni giorni prima, infatti, secondo quanto riportato dalla 35enne, l’uomo avrebbe abusato di lei. Udito quanto Cassar avrebbe fatto alla figlia se lei non si fosse piegata nuovamente al suo volere, la Peters ha afferrato un coltello e pugnalato il 51enne, urlando: “Tu non mi violenti”. Le pugnalate hanno raggiunto l’uomo al cuore, agli organi sessuali e allo stomaco, uccidendolo. Roxanne Peters ha poi legato il cadavere con una corda alla sua macchina e l’ha trascinato fino a una discarica, dove l’ha poi gettato. Il corpo è stato poi rinvenuto il giorno dopo recante più di 60 pugnalate.
La donna dovrà scontare 10 anni di carcere
Roxanne Eka Peters si è dichiarata colpevole di omicidio. La donna è stata quindi condannata a scontare 10 anni e 18 mesi di carcere. In meno di due anni, a giugno 2020, però la 35enne potrebbe godere della libertà vigilata. Il giudice David Boddice ha definito lo stupro di Cassar e le minacce alla figlia di Peters come “una significativa provocazione”. Ma, ha aggiunto, allo stesso tempo la donna avrebbe dovuto cercare aiuto dopo aver compiuto l’omicidio, piuttosto che prendere ulteriori provvedimenti ai danni del cadavere.