L’arbitro di calcio è una figura fondamentale in questo sport, responsabile di far rispettare le regole del gioco durante le partite e di prendere decisioni importanti che influenzano il risultato finale. Diventare arbitro non è semplice e richiede una formazione specifica, esperienza e competenze. In questo articolo analizzeremo quanto guadagna un arbitro di calcio nelle diverse competizioni e categorie, dalla Serie A ai Mondiali e a livello internazionale.
Associazione Italiana Arbitri (AIA) e formazione
Per intraprendere la carriera di arbitro in Italia è necessario far parte dell’Associazione Italiana Arbitri (AIA), l’organismo che si occupa della formazione, della nomina e della gestione degli arbitri italiani. L’AIA organizza corsi di arbitraggio per avviare la carriera degli aspiranti arbitri, che iniziano arbitrando nelle categorie minori e, se idonei, progrediscono di livello. Tra i requisiti necessari, vi sono la cittadinanza italiana o il permesso di soggiorno per gli stranieri, avere un’età compresa tra 15 e 35 anni e possedere almeno un titolo di scuola media inferiore o un attestato di addestramento professionale.
I primi passi: dai dilettanti alla Serie C
Gli arbitri iniziano la loro carriera nelle categorie dilettantistiche, dove guadagnano cifre simboliche, spesso intorno ai 20-50 euro a partita. A partire dalla Serie D, il guadagno passa a circa 200-250 euro, mentre in Serie C si guadagna tra i 500 e gli 800 euro a partita. Nel corso della stagione, questi guadagni possono arrivare a somme significative, specialmente per gli arbitri più talentuosi e impegnati che riescono a dirigere numerosi incontri.
Serie B e Serie A: maggiori compensi e responsabilità
Salendo di categoria, aumentano anche i compensi per gli arbitri:
- In Serie B, una partita arbitrata frutta circa 1.700 euro a match; se si considerano i turni di campionato e eventuali partite di Coppa Italia, un arbitro di serie B può arrivare a guadagnare anche oltre 40.000 euro all’anno.
- In Serie A, un arbitro guadagna invece circa 4.000 euro a partita; considerando che una stagione di Serie A prevede 38 giornate, più le partite di Coppa Italia, il guadagno annuale di un arbitro di massima serie può superare i 100.000 euro.
Ovviamente, questi guadagni variano in base al numero di partite dirette e al livello di esperienza dell’arbitro. Gli arbitri più esperti guadagnano di più e dirigono partite più importanti, mentre quelli meno navigati si devono accontentare di incarichi meno remunerativi.
Coppa Italia e altre competizioni nazionali
Nei turni iniziali di Coppa Italia, gli arbitri possono guadagnare intorno ai 1.000 euro a partita, mentre nei turni successivi, con l’entrata in scena delle squadre di Serie A, la cifra sale progressivamente, arrivando fino a 3.800 euro per la finale. Analogamente, anche nelle altre competizioni nazionali, come la Supercoppa Italiana, gli arbitri possono guadagnare cifre simili.
Arbitri internazionali: UEFA e FIFA
Per diventare arbitri a livello internazionale, è necessario essere inseriti in una lista stilata dall’UEFA (l’ente che governa il calcio europeo) e dalla FIFA (l’organismo mondiale).
Gli arbitri che dirigono partite di competizioni internazionali organizate dall’UEFA, come la Champions League e l’Europa League, guadagnano compensi maggiori rispetto alle competizioni italiane:
- In Champions League, un arbitro guadagna dai 7.000 ai 9.000 euro a partita.
- In Europa League, il compenso si aggira invece sui 5.000-6.000 euro a match.
Mondiali, Europei e altre competizioni internazionali
Anche durante le competizioni tra nazionali, come i Mondiali e gli Europei, gli arbitri sono adeguatamente retribuiti:
- Ai Mondiali, il compenso previsto per un arbitro si aggira intorno ai 25.000 euro, indipendentemente dal numero di partite dirette.
- Agli Europei, la situazione è simile, con compensi che possono arrivare fino a 20.000 euro.
Altri incarichi e compensi
Oltre ai compensi per le singole partite, gli arbitri internazionali possono lucrare anche altri guadagni, ad esempio:
- Diaria: per i giorni trascorsi fuori casa in occasione delle partite, gli arbitri ricevono un rimborso spese giornaliero.
- Premi di classifica: in alcune competizioni, come la Champions League, gli arbitri ricevono premi in base alla classifica finale delle squadre che hanno arbitrato.
Fattori che influenzano il guadagno degli arbitri
Evidentemente, vi sono diversi elementi che influenzano quanto un arbitro di calcio può guadagnare:
- Esperienza: gli arbitri più esperti e con maggiore anzianità guadagnano di più delle matricole.
- Reputazione: gli arbitri con una buona reputazione e valutazioni ottime sono più propensi a ricevere incarichi importanti e remunerativi.
- Quantità di partite dirette: chiaramente, più partite si dirigono, più alto sarà il guadagno.
Conclusioni
In conclusione, diventare arbitro di calcio può portare a guadagni importanti, soprattutto per coloro che riescono a emergere nelle categorie superiori e a livello internazionale. Tuttavia, è fondamentale ricordare che per raggiungere questi livelli occorre passare attraverso anni di duro lavoro, sacrifici e formazione, affrontando le sfide e le pressioni tipiche della carriera arbitrale. Quella dell’arbitro è una professione che richiede forza caratteriale, capacità decisionale e abnegazione, ma è anche un modo per vivere da protagonisti la passione per il calcio e per essere parte attiva di questo meraviglioso sport.