Da ormai diverse settimane, nel nord Italia come in altre parti del mondo, si è alle prese con una grave emergenza siccità. Questo problema che ha colpito soprattutto l’industria agroalimentare si ripercuote anche in altri settori. La carenza nel flusso d’acqua in laghi e fiumi sta condizionando negativamente la produzione di energia negli impianti idroelettrici che lavorano a regime limitato.
Da dove ha origine questa siccità
La causa principale di questa carenza d’acqua è sicuramente riconducibile al cambiamento climatico. La combinazione tra scarse precipitazioni e innalzamento delle temperature causa un aumento dell’evaporazione che non viene compensata con la pioggia.
Ci sono però anche altri fattori che hanno contribuito all’aggravarsi di questa emergenza.
A peggiorare la situazione di scarsità idrica hanno contribuito l’aumento della popolazione e la conseguente espansione del suolo agricolo a irrigazione intensiva. Allo stesso tempo, fino ad ora, non è stata adottata alcuna misura per contrastare questo fenomeno che rischia di intensificarsi di anno in anno. I sistemi di canalizzazione, assorbimento e accumulo d’acqua non sono molto diffusi nelle zone del nord Italia. Mentre nelle zone del sud e delle isole, in cui la siccità è un fenomeno ricorrente, sono presenti apposite infrastrutture per scongiurare la carenza d’acqua.
Tutti questi fattori vanno a incidere sulla disponibilità idrica, compromettendo la produzione agricola e industriale, oltre a limitarne il possibile uso domestico.
Siccità e centrali idroelettriche
A partire dal 2022 la produzione di energia dagli impianti idroelettrici è iniziata a diminuire a causa dell’aggravamento di fenomeni di siccità. Quest’anno la situazione sembra leggermente migliore, ma potrebbe peggiorare in futuro.
I cambiamenti climatici stanno dando inizio a un circolo vizioso per cui gli impianti idroelettrici non possono funzionare come dovrebbero a causa del limitato flusso d’acqua, causato dagli stessi cambiamenti climatici responsabili dell’innalzamento della temperatura globale. L’idroelettrico rappresenta ancora oggi la prima fonte rinnovabile per la produzione di elettricità. La siccità quindi rischia di complicare ulteriormente la lotta al cambiamento climatico.
Nel 2022 la produzione di energia da impianti idroelettrici in Italia è diminuita del 37% rispetto all’anno precedente. Questo si traduce in circa 15 miliardi di kWh in meno di produzione, corrispondente a circa il 5% della produzione nazionale.
Il futuro di questa fonte di energia sembra a rischio e purtroppo, le altre fonti più diffuse come solere ed eolico, non sono ancora in grado di sopperire a questa mancanza.
Le possibili soluzioni per fronteggiare l’emergenza
Tra le migliori proposte per uscire da questa emergenza c’è la creazione di riserve idriche per l’accumulo dell’acqua piovana. Oggi in Italia solo il 10% dell’acqua piovana viene trattenuta in riserve, mente in altri Paesi come la Spagna si arriva fino al 50%.
Ridurre e ottimizzare i consumi d’acqua è sicuramente una possibilità da tenere in considerazione. La produzione di colture ad alto consumo idrico come mais e riso potrebbe essere ridotta o riqualificata per produrre altre colture meno intensive. Nel caso in cui non si voglia rinunciare a questo tipo di coltivazioni sarebbe anche possibile il riutilizzo dell’acqua depurata per uso agricolo.
In ogni caso, è necessario che vengano presi provvedimenti al più presto per risolvere questa situazione che potrebbe peggiorare di anno in anno. Il problema rischia di coinvolgere sempre più settori e sempre più persone, e potrebbe raggiungere le case dei cittadini se non si agisce in tempo.