Terraformazione: fantascienza o realtà?

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Marte visto dallo spazio - Terraformazione
Marte visto dallo spazio

L’idea di poter colonizzare un altro pianeta e renderlo abitabile come lo è la Terra, ha affascinato le persone sin dagli albori della letteratura fantascientifica. Questo processo è comunemente noto come terraformazione. In molti si interrogano se si tratti di un’idea irrealizzabile o possa essere realmente fattibile. Attualmente è ritenuto teoricamente possibile ma impraticabile, perché la tecnologia odierna non è sufficiente per una tale opera. Scopriamo quindi come sarebbe possibile terraformare un altro pianeta.

 

Quali sono le condizioni necessarie per la terraformazione

Prima di esaminare il processo di terraformazione è indispensabile tenere in considerazione alcune caratteristiche che deve avere un pianeta affinché la terraformazione sia possibile.

In primo luogo deve avere dimensioni simili a quelle della Terra in modo da avere una gravità paragonabile a quella del nostro pianeta natale. Nel caso fosse un pianeta troppo grande avremmo una gravità eccessiva, e ciò non consentirebbe di vivere normalmente. Al contrario un pianeta troppo piccolo avrebbe una gravità troppo debole che oltre a rendere scomoda la normale deambulazione, non sarebbe in grado di trattenere l’atmosfera che si dissolverebbe nello spazio.

Il pianeta candidato dovrebbe poi essere munito di un campo elettromagnetico sufficientemente forte da respingere i raggi cosmici. In caso contrario il suddetto corpo celeste sarebbe inondato da pericolose radiazioni che impedirebbero l’esistenza e lo sviluppo di forme di vita. Questo problema sarebbe teoricamente risolvibile tramite schermi artificiali posizionati a una certa distanza dal pianeta in questione. Tuttavia sarebbe un’impresa piuttosto complessa.

Infine bisogna considerare la distanza rispetto alla stella primaria, che non deve essere né troppo ravvicinata né troppo lontana. Questo allo scopo di ricevere la giusta quantità di luce e calore per consentire la presenza di esseri viventi, in particolare i vegetali.

 

Come si svolgerebbe il processo di terraformazione

Una volta verificate le condizioni necessarie, per terraformare un pianeta è necessario alterare in modo stabile e permanente la sua atmosfera. Ogni pianeta possiede un’atmosfera differente che può essere più o meno densa, ricca o povera in ossigeno e altri elementi. L’esecuzione materiale della terraformazione dipende quindi dalle condizioni del corpo celeste che si prende in considerazione.

I pianeti che potrebbero essere terraformati

Quando si ipotizza uno scenario di terraformazione nel nostro sistema solare i due candidati possibili sono Venere e Marte. Valutare la possibilità di rendere abitabili questi due pianeti è molto interessante in quanto posseggono caratteristiche opposte. Venere presenta una temperatura estremamente elevata di circa 460°C dovuta all’altissima concentrazione di CO2 nell’atmosfera (circa il 97%), che causa un effetto serra molto intenso. Inoltre possiede un’atmosfera 93 volte più densa di quella terrestre, quindi un oggetto sulla sua superficie sarebbe soggetto a una pressione altrettanto elevata.

Su Marte invece la temperatura media è -60°C e l’atmosfera è molto rarefatta, pari a circa un centesimo di quella terrestre. I due pianeti purtroppo hanno in comune il fatto che non posseggono un campo magnetico necessario a schermare dalle radiazioni solari e cosmiche. Ad ogni modo, come è già stato detto, sarebbe teoricamente possibile usare degli schermi esterni al pianeta per proteggerlo da tali onde.

Progetti di terraformazione di Marte e Venere

Sono stati pensati vari modi per rendere questi due pianeti abitabili. Nel caso di Marte, alcuni scienziati tra cui Robert Zubrin, coordinatore di vari progetti NASA e fondatore della Mars Society, hanno pensato alcune strategie. Aumentando la temperatura del pianeta rosso, si darebbe inizio ad una reazione a catena che consentirebbe di rendere l’atmosfera più densa e innalzare ulteriormente la temperatura. Allo stesso tempo permetterebbe di generare bacini d’acqua allo stato liquido. Per attuare questo piano esistono varie possibilità, come provocare un effetto serra indotto tramite l’introduzione di CO2 nell’atmosfera oppure liberando quella già presente sul pianeta. In seguito bisognerebbe importare l’azoto nell’atmosfera, essendo che Marte ne è particolarmente povero, e inserire nell’ambiente delle piante che tramite fotosintesi andrebbero a generare ossigeno. Così facendo avremmo un’atmosfera simile a quella terrestre, adatta alla permanenza di esseri umani.

Per quanto riguarda Venere invece, si è pensato di applicare degli scudi solari allo scopo di raffreddare la superficie del pianeta. In questo modo l’anidride carbonica andrebbe a congelare trasformandosi in quello comunemente noto come ghiaccio secco. La CO2 congelata andrebbe poi esportata fuori dal pianeta per ristabilire la pressione atmosferica e l’effetto serra. Una possibile destinazione sarebbe Marte, in questo modo si favorirebbe allo stesso tempo anche la terraformazione del pianeta rosso. Infine per generare l’ossigeno si potrebbe introdurre nell’ambiente dei cianobatteri, che tramite fotosintesi rilascerebbero tale gas nell’atmosfera.

 

Conclusioni

Il momento in cui questi piani verranno realmente compiuti, purtroppo è molto lontano. L’attuale tecnologia a nostra disposizione ci rende difficile persino tenera a bada il cambiamento climatico che noi stessi, come esseri umani, abbiamo provocato sul nostro pianeta. Ad ogni modo non c’è motivo di credere che tutto questo sia infattibile per una società futura dotata di tecnologie avanzate. Sarebbe anche possibile, invece di terraformare completamente un pianeta, fare una terraformazione parziale, creando un ambiente chiuso con caratteristiche adatte alla permanenza di esseri viventi. In questo modo saremmo in grado di stabilire insediamenti permanenti anche su pianeti poco ospitali per la vita, tramite tecnologie più vicine a quelle attuali. Per ora non ci resta che aspettare, e chissà che il momento in cui avremo i primi abitanti umani su un altro pianeta non sia più vicino di quanto pensiamo.

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