Terribile incendio nella notte in ospedale: A Baghdad, capitale dell’Iraq, tra la notte di sabato 24 e domenica 25 aprile, è accaduta una strage terrificante. In un ospedale è scoppiato un vasto incendio dove hanno perso la vita circa 80 persone, tra cui altre 110 rimaste ferite. La comunicazione è stata fatta da alcuni medici di altri ospedali all’agenzia di stampa Reuters. In base alle prime ricostruzioni e indagini, a provocare l’incendio sembra sia stata l’esplosione di una bombola d’ossigeno.
Terribile incendio nella notte in ospedale, è una strage: 27 morti e 46 feriti
Oltre a questa tragedia però, se ne aggiunge un’altra,in quanto l’esisodio è accaduto, infatti, nell’ospedale Ibn Khatib, dove all’interno del quale, erano ricoverati moltissimi pazienti in terapia intensiva affetti dal virus COVID-19. Secondo ciò che ha raccontato l’agenzia di stampa di stato Ina da Khadim Bohan; il capo del corpo di difesa civile iracheno, è cominciato tutto proprio da quel reparto di terapia intensiva.
Per fortuna, grazie all’immediato intervento dei soccorsi, giunti subito sul luogo dell’esplosione, ben 90 persone che si trovavano presenti all’interno dell’ospedale, sono state tratte in salvo. A dicembre era successa una cosa simile in Turchia: 9 persone erano morte in un ospedale per l’esplosione di un ventilatore polmonare. Il 23 aprile invece 15 persone sono morte per un incendio in un reparto di terapia intensiva di Mumbai; in India. Secondo alcune fonti, a provocare l’incendio pare sia stata una violazione della sicurezza nel deposito di bombole d’ossigeno. L’incidente ha provocato indignazione e sono state chieste le dimissioni del ministro della Salute.
Alcuni video pubblicati sui social media, mostrano i vigili del fuoco che tentavano di spegnere le fiamme all’interno dell’ospedale nel mezzo di una folla di pazienti e parenti che cercavano di fuggire dall’edificio. Il primo ministro; Mustafa al-Khademi ha chiesto un’indagine su questo «crimine» per accertare le responsabilità di tutte le «negligenze» e ha dichiarato tre giorni di lutto nazionale. «Non voglio sentire parlare di corto circuito»; ha detto riferendosi ad una delle prime ipotesi circolate dopo la tragedia; mentre monta la rabbia della popolazione.
Decine di familiari e giovani indignati hanno manifestato davanti all’ospedale e in altre zone di Baghdad per protestare contro lo stato dei servizi pubblici e chiedendo le dimissioni del responsabile della Salute.